Perché le piante selvatiche
della Murgia?


Le piante selvatiche vantano una concentrazione di principi attivi superiore rispetto a quelle coltivate. Esse infatti devono condurre una vera e propria lotta per la sopravvivenza che le rende più forti e tenaci, mentre la vita delle specie coltivate è garantita dall’aiuto dell’uomo.


La maggior parte dei principi attivi ha per le piante funzione di riserva e di difesa ed è per questo che essi sono in sovrannumero nelle varietà selvatiche, che affrontano più spesso momenti di “crisi”.

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Avena selvatica (Avena fatua)

L’avena selvatica è comunemente ritenuta un’infestante dai nostri agricoltori, tuttavia pochi sanno che questa diffusissima pianta è in grado di agire efficacemente sulla salute umana. Se n’era accorto il dottor Edward Bach, che cataloga Wild Oat fiore numero 36 nella lista dei suoi 38 fiori, utilizzandola per curare gli stati di irritabilità ed indeterminazione. Da secoli questa pianta viene usata per la cura della pelle, per le sue proprietà idratanti, lenitive e riequilibranti.

PARTI UTILIZZATE: Pianta intera
COMPONENTI PRINCIPALI:
Avenina: alcaloide ad azione tonificante. Betaglucani: polisaccaridi lineari del glucosio, ad azione idratante, cicatrizzante e protettiva contro i raggi UV. Lisina: aminoacido essenziale che svolge numerose funzioni, tra le quali la produzione di collagene, favorendo il ripristino delle cellule danneggiate.

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Rosa canina (Rosa canina)

È la rosa selvatica, la madre di tutte le rose. Assai più semplice delle sue discendenti “moderne”, dispone infatti di soli cinque petali. Cresce in forma di cespuglio nei boschi e negli incolti, nota per l’eccezionale contenuto di vitamina C dei suoi cinorrodi (falsi frutti), che supera di gran lunga la concentrazione presente negli agrumi. Basti pensare che se in 100 gr di polpa di arancia sono presenti di media 50 mg di vitamina C, la stessa quantità di cinorrodi di Rosa Canina ne fornisce ben 2200 mg.

PARTI UTILIZZATE: Cinorrodi
COMPONENTI PRINCIPALI:
Vitamina C ed E: combinate insieme proteggono le componenti idrofile e lipofile della cute riducendo i danni indotti da UVA e UVB. Bioflavonoidi: composti polifenoli, potenti antiossidanti naturali, contrastano efficacemente i processi di invecchiamento e prevengono la formazione delle antiestetiche macchie cutanee.

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Carota selvatica (Daucus carota)

Già Plinio il Vecchio conosceva bene le proprietà cicatrizzanti della carota selvatica. La carota selvatica si rivela particolarmente efficace nella protezione della pelle e facilita l’abbronzatura impedendo l’aggressione dei raggi ultravioletti, non è un caso che l’industria l’utilizzi per estrarvi carotene. Altri componenti come l’estensina costituiscono un aiuto prezioso per migliorare l’elasticità della pelle.

PARTI UTILIZZATE: Radici
COMPONENTI PRINCIPALI:
Beta-carotene (provitamina A) : necessario per la corretta crescita e riparazione dei tessuti corporei; aiuta a mantenere pelle liscia, morbida e sana, proteggendola dagli agenti inquinanti (azione antiossidante contro gli effetti nocivi dei radicali liberi) . Estensina: una glicoproteina presente nelle pareti cellulari della carota, il cui nome rivela già la sua funzione. Per la sua elevata percentuale di idrossiprolina ricorda la composizione del collagene conferendo elasticità alla pelle.

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Calendula (Calendula arvensis)

Il fiore del Sole per eccellenza, come testimoniano il suo color giallo-arancio e i suoi antichi nomi latini Sponsa solis “sposa del sole” e Solesquium “che segue il sole”. Del sole infatti la Calendula Officinalis conserva la virtù, donando alla pelle luminosità. Conosciuta da tutte le medicine antiche, la Calendula è un’amica indispensabile della pelle, grazie al suo effetto lenitivo.

PARTI UTILIZZATE: Fiori
COMPONENTI PRINCIPALI:
Acido Malico:produce un effetto schiarente sulla pelle, rendendola più luminosa e levigata. Alcoli e glicosidi triterpenici: presentano proprietà antibatteriche ed antifungine, comportandosi anche come dei tonici per la pelle. Carotenoidi: svolgono un’azione riparatrice dei tessuti, migliorandone l’aspetto.

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Lentisco (Pistacia lentiscus)

In passato questa pianta era utilizzata in ogni sua parte, il suo principio attivo infatti è presente nelle radici, nel tronco, nelle foglie, nelle bacche. Dal legno dei suoi fusti si ricavava la famosa resina nota come “mastice di Chio”. Dalle bacche si ricava un olio utilizzato un tempo principalmente per l’illuminazione, per la cura delle ferite del bestiame e, nelle tavole dei poveri, per uso alimentare. Prezioso per la cura della pelle, la comunità scientifica ha recentemente confermato l’importante presenza di antiossidanti e di vitamina E nell’olio di lentisco (Maiorano, 2014), il cui utilizzo sulla pelle era raccomandato già da Plinio il Vecchio.

PARTI UTILIZZATE: Frutti
Modalità estrattiva: Estratto oleoso COMPONENTI PRINCIPALI:
Acidi grassi: ad azione idratante e nutriente. Vitamina E: vitamina antiossidante per eccellenza perché svolge un’azione di protezione delle membrane cellulari ed è in grado di contrastare i processi di invecchiamento. Fitosteroli: preziosi alleati del benessere della pelle perché sono in grado di indurre la sintesi metabolica delle fibre di collagene ed elastina ed è del tutto evidente che la produzione endogena di queste due sostanze è di primaria importanza per la lotta all’invecchiamento e la rigenerazione del trofismo cutaneo.

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Malva (Malva sylvestris)

Il suo nome deriverebbe dal greco malakè “ammorbidire”, virtù che risiede principalmente nelle sue mucillagini, che si comportano sulla pelle allo stesso modo delle mucose sui tessuti, proteggendola da qualsiasi tipo di aggressione esterna. Proprio grazie all’elevato contenuto di queste mucillagini la Malva vanta proprietà emollienti, lenitive, rinfrescanti ed antinfiammatorie. Le foglie di Malva costituivano l’ingrediente principale dell’antico “unguento della foglia santa” , la cui applicazione era raccomandata di sera prima di coricarsi per godere a pieno dell’azione levigante di questa potente pianta.

PARTI UTILIZZATE: Leavs
COMPONENTI PRINCIPALI:
Acido clorogenico e caffeico: dalle proprietà antinfiammatorie e tonificanti. Protegge la pelle dagli effetti dannosi delle radiazioni UV ed in particolare di quelle dotate della lunghezza d’onda più pericolosa (UVB ed UVC). Acido galatturonico: contenuto nelle sue mucillagini, presenta proprietà gelificanti ed emollienti. Antociani ( malvina e malvidina): gli antociani sono glicosidi presenti sui fiori e i frutti la cui colorazione va dal viola al bluastro. La funzione di questi glicosidi in natura è ancora tutta da scoprire: oltre ad attrarre gli insetti impollinatori, alcuni studi hanno dimostrato la loro capacità di proteggere le piante da radiazioni solari nocive. Proprio quest’ultima particolare funzione interessa l’effetto che producono sull’epidermide: essi infatti la proteggono dai danni cellulari (ossidazione) indotti da luce ultravioletta (UV).

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Iperico (Hypericum perforatum)

Nella tradizione popolare è chiamata anche “erba di San Giovanni”perché fa parte delle nove “erbe magiche” che si raccolgono la notte del 24 Giugno e con le quali si prepara un’acqua dalle proprietà ritenute miracolose. L’olio di Iperico, dal magnifico color rosso rubino, è usato in erboristeria da oltre 2000 anni e oggi il suo utilizzo è più diffuso che mai grazie alle sue comprovate proprietà cicatrizzanti, antisettiche e rigeneranti. Dimostrata è inoltre la sua efficacia antidepressiva, azione che l’Iperico svolge anche sulla pelle, impedendole di cedere e meritandosi per questo l’appellativo di “più potente antirughe naturale”.

PARTI UTILIZZATE: Leavs
COMPONENTI PRINCIPALI:
Ipericina ed Iperforina: un naftodiandrone e un floroglucinolo dalla capacità di stimolare la rigenerazione cellulare, motivo per cui l’olio di iperico è un ottimo rimedio per la cura delle ustioni e delle ferite. In cosmetica, per lo stesso principio, la sua azione è efficace per contrastare la perdita di tono e restituire compattezza alla pelle. Flavonoidi, Xantoni e Tannini: composti polifenolici massimamente antiossidanti, definiti per questo “spazzini dei radicali liberi”.

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Elicriso (Helichrysum italicum)

I cespugli di Elicriso colorano di chiazze gialle nei primi mesi estivi i pascoli rocciosi della Murgia, che vengono cosparsi dal suo profumo inconfondibile, capace quasi di annunciare le preziose virtù di questo piccolo fiore estivo. Nell’antichità era considerata una pianta sacra, adatta a coronare il capo delle statue degli dei, ultimando con la sua grazia l’opera dello scultore. Una pianta calda e secca secondo l’antica farmacopea salernitana, proprio come il periodo della sua raccolta e come i terreni che la ospitano. In effetti nella graziosa forma dei suoi fiori quasi si intravede racchiusa tutta la potenza del sole estivo, d’altronde il suo nome significa proprio “sole d’oro”.

COMPONENTI PRINCIPALI:
OLI ESSENZIALI (PINENE, EUGENOLO, LINANLOLO): AZIONI ANTISETTICHE E ANTIOSSIDANTI ACIDO CAFFEICO: SPICCATE PROPRIETà ANTIOSSIDANTI E ANTINFIAMMATORIE, UTILE NEL PROTEGGERE LA PELLE DAGLI EFFETTI DANNOSI DEI RAGGI UV.

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Galium (Galium aparine)

Anche questa piante era molto usata in passato per svariati fini; veniva ad esempio usata come filtro d’amore e consigliata alle donne, che avrebbero dovuto immergersi nel infuso delle sue foglie per avere successo in amore. Considerato un potente linfodrenante da recenti studi scientifici (Hoffmann, 2003), ha effetti benefici sulla pelle proprio grazie alla sua capacità di stimolare la circolazione linfatica.

COMPONENTI PRINCIPALI:
Acidi fenolici: questi componenti hanno attività antiossidante, in grado di ritardare l’invecchiamento cutaneo; Tannini: la loro azione astringente contrasta la stagnazione linfatica, causa delle borse sotto gli occhi.